Visconti e Brando, le "muse" di D&G

L'UOMO DEL TERZO MILLENNIO - «Ciò che è bello è bello», dice Domenico Dolce. Parole, come sostengono Dolce e Gabbana, che si esplicitano in «un’ossessione per la bellezza alla Visconti applicata a una bellezza latina come Marlon Brando (finito sulle t-shirt) su un uomo del Duemila». La sessantina di ragazzi (tra cui Jesus Luz, brasiliano ma "molto catanese" fidanzato di Madonna) che hanno calcato la passerella del duo più famoso del fashion system hanno colpito tanto quanto la moda: fascino mediterraneo/siciliano esaltato da capi di costruzione ipersartoriale mescolati a denim super rotto e stracciato. Ne esce un tipo che più sexy non si può, appunto, a metà strada tra il gentiluomo e la canaglia, di quelli per cui le donne impazziscono. Certo per strada non li vedi tutti così ma l’abito può fare la differenza. Le spalle sono vere spalle (anche se naturali e anatomiche come quelle dei cinque nuotatori della nazionale italiana seduti in prima fila) nella giacca costruita, ricamatissima sempre a un bottone anche quando pare doppio petto, con colli a volte doppi, portata con camicie seriose. Le braghe sono quasi sempre arrotolate e quando diventano jeans si spaccano per lasciare intravedere i boxer di seta che ci stanno sotto. E le mutande? «A piacimento», dice Gabbana. E compare, a sorpresa, il borsello, reminiscenza anni '70, il cui nome, solo a pronunciarlo, faceva venire il voltastomaco e invece, questa pochette spesso in cocco infilata nel polso, è a dir poco, intrigante.

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