Cappelli bon ton: Basco e Coppola

La cloche la portavano tanto la scrittrice Virgina Wolf e, guai a dimenticarlo, la divina Greta Garbo e la grande Coco Chanel. Il cappello, infatti, ha sempre il suo fascino bon ton, soprattutto un tipo: una sorta di piccola campana che ci infiliamo sulla testa per essere un po’ chic e d’altri tempi. Lasciamo alle cerimonie e alle signore un po' retro il cappello a larghe tese, decisamente insadatto a ragazze moderne come noi: la cloche, invece, è un copricapo adattissimo a noi giovanissime e portabilissimo in tutte le stagioni.
In inverno, per esempio, sono tantissimi i modelli che si vedono in giro nei negozi, anche se, a volte, è difficile scovarli, essendo le vetrine sommerse di berretti antifreddo con tanto di pon pon alla tirolese. Ginger, nella galleria immagini, vi propone tantissimi modelli presi qua e là, avendo cercato nel vasto mondo del web, cloche fatte dei materiali più invernali possibili: feltro e lana in primis.
Ricordate però che anche la testa, come il corpo per l’abbigliamento e i piedi per le scarpe, segue un suo galateo da tenere bene in vista. Secondo il "galateo del cappello", infatti, ogni modello di copricapo va usato in determinate situaziioni e non in altre, per evitare di andare “fuori di testa”!
La bandana, ad esempio, è nata negli anni 60 con i figli dei fiori ed è stato il capo feticcio di numerose star del rock, come Jimi Hendrix, e Little Steven: il fazzoletto colorato di cotone, quindi, va usato solo inun contesto casual e portato solo da ragazze molto giovani. Perfetta in vacanza, vi farebbe fare una figura da "coatte" a scuola o in discoteca!
Il basco, il copricapo in tweed o velluto, in origine usato dai gentiluomini degli anni 30, va portato solo all'esterno, se volete essere considerate beneducate! Lo stesso vale per la coppola, il cappello che si è recentemente allontanato dalle origini mafiose grazie alla rivisitazione di Dolce & Gabbana.
Il berretto da baseball con visiera è decisamente sopravvalutato e adottato da diverse persone con diversi stili : voi usatelo solo quando fate sport o dovete proteggervi dal sole!

Gli sguardi tristi dell'alta moda

Roma, via dei Condotti, sabato pomeriggio. Migliaia di persone si schiacciano l´una contro l´altra nello struscio dell´alta moda. Nessuno entra nei negozi che brillano di ori e stoffe. I commessi di Gucci, Bulgari, Ferragamo, Armani, Dolce e Gabbana sono allineati come soldatini di guardia. Guardano con un sorriso triste la gente che passa. Aspettano almeno qualche attrice della festa del cinema, anche se molte hanno dato forfait. Loro, però, non pagano, quindi non vale, è troppo facile. Si annuncia un Natale sobrio. Speriamo passi in fretta.
La situazione non è differente a Milano, in Montenapoleone. La congiuntura negativa è stata confermata dalle settimane della moda. Il simbolo della crisi è la notizia più divertente della settimana. Il ladro che, fingendosi un lavavetri professionale, sfila addirittura una vetrina senza che nessuno se ne accorga. Ti aspetti che possa capitare solo a Napoli o a Roma, invece è Milano. Geniale.
Nelle città grandi e piccole, come succede da sempre a Londra, qualcuno apre un seggiolino in un angolo della piazza, monta un piccolo leggio e declama "Gomorra", il libro di Roberto Saviano. A Roma sotto la galleria Colonna l´ho visto fare da un giovane tunisino. Una donna gli ha dato un euro. Lui lo ha restituito con un gesto gentile e le ha detto pure grazie.
In via Rinascimento c´è un´antica barberia. L´uomo delle forbici si chiama Enzo e non ha età. I suoi clienti abituali sono Letta, Cossiga, Andreotti. Ora ci va anche un parlamentare milanese. Gli altri lo guardano come un cane in chiesa.

Bellucci mise sexy in Dolce & Gabbana al Festival del cinema di Roma

Che gli uomini piantino le donne non fa notizia, quindi non dovrebbe neppure fare cinema; che uno barbuto, certo con un bel sedere, che ogni mattina alza la saracinesca della farmacia dove lavora e per il resto non pare emanare scintille, pianti una bellissima signora che dirige una galleria d´arte Moderna a Torino (che nel film è l´ardita fondazione Sandretto Re Rebaudengo), la notizia la fa: soprattutto perché la bellissima è Monica Bellucci e si immagina che solo un demente possa desiderare di scappare da quella figurina sottile e morbida, da quei grandi occhi neri pensosi, da tutta la luce della sua candida carnagione. Invece ci hanno fatto anche un film, titolo L´uomo che ama, regista al suo secondo lungometraggio Maria Sole Tognazzi. «Perché capita, ed è capitato anche a me, sono passata da storie in cui a correre ero io e magari con scarso successo. Gli uomini cagnolino da tenere al guinzaglio non mi hanno mai interessato, sono quelli capaci di farci soffrire che ci stimolano». Monica Bellucci si muove estasiata nella sua nuova casa ai Parioli («Non ne potevo più degli alberghi») come fosse un giardino delle meraviglie, col grande terrazzo fiorito e le stanze luminose: «Me l´ha arredata una mia amica architetto, Laura Rubino, fino all´ultimo spillo: sono entrata e ci ho trovato tutto, anche le lenzuola, anche le pentole, anche la carta igienica». Si muove in cucina con disinvoltura da massaia umbra, prepara il caffè, offre dolcetti, risponde alla telefonata del marito che ha appena presentato a Parigi il suo ultimo film diviso in due parti, Mesrine, su Jacque Mesrine, grandioso criminale francese assassinato nel 1979. Vincent Cassel ha appena dichiarato alla stampa francese di essere innamoratissimo di sua moglie Monica. Dice lei: «Stiamo insieme da 15 anni e forse siamo ancora una coppia perché stiamo settimane lontani per lavoro. Ma io so che è ancora importante per me perché per esempio, quando ci diamo appuntamento in un ristorante dopo giorni di separazione, io sono la prima ad arrivare per poterlo aspettare e vederlo avvicinarsi a me, e provare ancora una sensazione di curiosità, di gioia». Bellucci porta sempre con sé la figliolina Deva, che ha 4 anni, è carinissima e molto vivace. «Parla già tre lingue, dove arriviamo le trovo subito un asilo. Per ora è la sua vita ad adeguarsi alla mia, ma quando dovrà andare a scuola e diventerà stanziale, sarò io ad adeguarmi alla sua: anziché 4 film l´anno, ne farò solo uno. Dove decideremo di vivere ancora non so, io sono una zingara e potrei scegliere Roma, o Parigi, o Londra». Qualche giorno fa Deva ha chiesto al papà che mestiere facesse, lui le ha detto, l´attore, come la mamma fa l´attrice. La bambina lo ha corretto, no, la mamma fa la mamma. «Mi sono commossa, vuole dire che lei non si è mai accorta che io lavoro». Monica conosce Maria Sole da anni: «Era una ragazzina timidissima che osservava tutto in silenzio. Mi incuriosiva lavorare con lei e poi questa storia mi piaceva, mi sembrava molto francese, con il protagonista uomo che soffre nel piantare una donna e soffre nell´essere piantato, senza per questo diventare uno di quelli della cronaca nera, che si appostano, perseguitano, pestano, minacciano». Sul set, invece della ragazzina schiava «ho trovato una tigre, una giovane donna forte che sa cosa vuole e come ottenerlo. Io credo che lei conosca gli uomini meglio di me; ha vissuto con un padre, Ugo Tognazzi, dalla vita movimentata, con tre fratelli, Gianmarco figlio come lei di Franca Bettoia (che nel film appare in un´inquadratura di L´uomo di paglia di Germi), Ricky e Thomas di due madri diverse. È cresciuta in mezzo agli uomini, ha imparato a smascherarli in silenzio, a captarne la fragilità, il lato femminile».
Ieri sera primo e forse ultimo tappeto rosso del Festival, percorso da una vera diva, Monica, vestita di nero Dolce e Gabbana, i primi stilisti che la fecero lavorare come modella più di vent´anni fa.
Assente il sindaco Alemanno: «Il red carpet è per gli attori e per i registi». E da domani, per quel che riguarda le star, bisognerà applaudire quel che passa il modesto convento.

Milan & Beckham


Il Milan di Berlusconi è stata la prima società sportiva italiana ad essere fortemente anche società di comunicazione e di business collegato al calcio. David Beckham è stato il primo campione dello sport a diventare star di grandezza assoluta capace di competere con quelle del pop e del cinema, diventando testimonial dei più prestigiosi marchi mondiali: il matrimonio con la Spice Girl, Victoria Adams, ha allargato ancor più le sfere dell'immagine ed ha aperto i sogni di milioni di persone in tutto il mondo a nuove favole con re e regine moderni. IlMilan e Beckham hanno portato due rivoluzioni che hanno aperto ere nuove...Il Milan fattura 276 milioni, il 20-25% è da diritti commerciali che quest'anno salgono a 60 milioni pur senza stadio e Champions. Beckham dichiara 28 milioni di euro al fisco di cui soltanto 8 da prestazione sportiva. Si calcola che Beckham al Milan per sei mesi (i primi?) possa fruttare 20 milioni e altrettanti siano gli introiti extra calcio per il «gold balls», come lo chiama Victoria. Il Milan porta un uomo da 200 mila maglie l'anno (record mondiale) in una squadra che è già Adidas e che ha per testimonial storico David per 8 milioni l'anno, ma genera anche un nuovo speciale circolo virtuoso che fa bene al gold sponsor Dolce & Gabbana e allo sponsor di Beckham, Giorgio Armani (28 milioni solo per l'intimo per 4 anni). Guarda caso Armani sta per aprire l'albergo da favola nel centro di Milano...

Madonna: Arriva Filth and Wisdom


Madonna ha presentato quello che sarà il suo primo film nel ruolo di regista. La diva dei palcoscenici ha lasciato per un giorno il suo tour "Sticky & Sweet Tour" per presentare "Filth and Wisdom" a New York, dove la cantante ha avuto la collaborazione di The Cinema Society e di Dolce & Gabbana e dove si è vista circondata da molti dei suoi grandi amici, tali come Jessica Alba, Brooke Shields, America Ferrara o Lidsay Lohan. "Sono molto contenta con il prodotto finale. La sceneggiatura è stata la mia parte preferita dentro del processo, perché è qualcosa di diverso di tutto ciò che di solito faccio e sento che porto dentro una scrittrice".

Le nuove geometrie per gli abitiscultura

In tempi di crisi come questi la moda riscopre le geometrie elementari. E il modo migliore per plasmare forme pitagoriche ancestrali con rigore moderno e un linguaggio efficace è senza dubbio la rilettura delle tecniche della scultura e dei metodi di progettazione delle opere architettoniche. In fondo fra abito e habitat il confine è evanescente e, come ben sanno gli stilisti, il prêtàporter è un fenomeno di design industriale. Sull’approccio architettonico alla couture tre grandi maestri, Christian Dior, Roberto Capucci e Gianfranco Ferré, hanno lasciato una lezione indelebile. L’ultimo è protagonista di un grande révirement affidato a due stilisti di peculiare talento, Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, artefici di forme che, spiegano i due designer, «catturano la luce sulla trama dei tessuti più classici e preziosi arricchiti da fibre metalliche e ipertecnologiche e la restituiscono moltiplicata nei bagliori dei dettagli e dei decori iridescenti che abbandonano ogni tentazione ornamentale per assumere una valenza architettonica». Insomma proprio come insegna l’architettura da Vitruvio in poi, il decoro non è mai fine a se stesso ma inerisce alla funzionalità stessa del progetto. Si tratta pur sempre di geometrie light, di volumi plastici che rimandano, pur con un occhio al futuro, ad antiche, e tuttora validissime, strategie di seduzione. Come suggerisce anche Donatella Versace: «Sono partita da uno studio di forme applicate alle superfici con abiti corti dalla sensuale linea a scatola che, grazie a un effetto ottico, crea l’illusione di un punto vita più sottile» e così infonde ai codici della maison un’impronta assolutamente moderna. E se Giambattista Valli, fra forme a sacco, moduli asciutti e romantici e colli importanti e strutturati offre un saggio di rara perizia sartoriale ispirandosi al mito di Apollo e Dafne così come trasfigurato dalla sapienza plastica di Antonio Canova, da Jil Sander Raf Simons delinea silhouette che sarebbero piaciute a Brancusi, Giacometti e Modigliani, verticali e affusolate come le linee slanciate del corpo di Kiki de Montparnasse. «Ho usato la poesia e le tecniche della progettazione architettonica virtuale e della grafica 3D per sottolineare volumi e silhouette», fa eco Ennio Capasa, anima creativa di Costume National che concepisce tailleur dai tagli geometrici dalle stampe aerografate a mano e dai moiré digitali a rilievo. Geometrie light è anche il mantra di Dolce & Gabbana che forgiano top dalle maniche rotonde ma bidimensionali in un tripudio di trame barocche che inneggiano ai fasti della sicilianità. C’è un grande interesse per la scultura e per l’architettura anche nelle creazioni di Gaetano Navarra e di Manuel Facchini, stilista di Byblos. Stavolta l’estroso e colto designer mutua dalla natura le forme garbate delle farfalle per tradurle in volumi liquidi e leggeri a racchiudere il corpo in un bozzolo caleidoscopico.

D&G festeggia la prima boutique a Pechino ed il debutto della D&G Time&Jewels in Cina

468 metri quadrati su due livelli all'interno dell'esclusivo Beijing Yintai Centre. Sono questi i numeri con i quali D&G debutta sulla piazza di Pechino città in cui il brand ha inaugurato oggi il suo primo monomarca. Giochi di specchi e vetro trasparente creano un'atmosfera glamour e sofisticata all'interno di uno spazio ove si possono trovare tutte le collezioni del marchio, D&G Donna, D&G Uomo, D&G Underwear, D&G Sunglasses e D&G Time&Jewels. Quest'ultima linea approda proprio oggi in Cina dopo il successo riscontrato nei mercati di Italia, Europa e Stati Uniti. L'opening odierno va a rafforzare la presenza del Gruppo Dolce&Gabbana in territorio cinese paese nel quale è presente nell'area mainland con 3 boutique momomarca ad insegna Dolce & Gabbana e con 5 store ad insegna D&G, di cui quello di Pechino è il primo di proprietà, ai quali vanno sommate le 2 boutique Dolce & Gabbana e le 3 D&G di Hong Kong e 1 flagship store Dolce&Gabbana e 1 D&G a Taiwan.

Trovato un accordo tra Marimekko e Dolce & Gabbana sull'utilizzo di "Unikko"

L'azienda di moda, Marimekko, laeder del mercato finlandese, ha comunicato ieri di aver concluso un accordo con l'azienda Dolce & Gabbana per l'utilizzo del suo marchio a fiori denominato Unikko, in precedenza utilizzato dalla "maison" italiana senza il permesso della casa finlandese. Le parti si sono accordate sul prezzo di utilizzazione del marchio per alcuni prodotti di Dolce & Gabbana e sono state chiuse tutte le cause giudiziarie in atto. Non sono state rese pubbliche le cifre dell'accordo. Il motivo Unikko era stato disegnato da Maija Isola nel 1964 ed è tornato di gran moda a partire dal 2000.

Il calendario Lavazza celebra l'Italian Style

Lavazza aggiunge un capitolo importante ai suoi celebri calendari, affidando la 17ma alla fotografa Annie Leibovitz, la più ricercata e celebre ritrattista contemporanea. Il tema sul quale Annie Leibovitz si è cimentata, è l'Italian Style. Per raccontare l'italianità, termine entrato a buon diritto nel nostro dizionario, Lavazza ha dunque chiamato una genialità capace di fondere icone del passato e del presente e di esprimere quello che l'"essere italiani" rappresenta nell'arte, nel cinema, nella moda, nella cucina, nella bellezza e nella sensualità.
Annie Leibovitz ha realizzato per Lavazza sette (sei relative alle tavole dei mesi più quella della copertina) immagini, o per meglio dire sette quadri, rappresentazioni di un viaggio surreale in un'Italia sofisticata e sedimentata nell'immaginario internazionale per definire una propensione e uno stile di vita unici al mondo. Tenendo sempre ben presente il simbolo stesso dell'Italian style, l'espresso Lavazza, la Leibovitz ha ambientato le sue fotografie con un richiamo alle opere di grandi maestri dell'arte, del cinema e persino della moda, giocando sapientemente con citazioni artistiche e atmosfere surreali tipiche del suo sguardo profondo.
Le immagini della Leibovitz che arricchiscono la grande galleria d'arte che i calendari Lavazza ormai compongono, sono opere che parlano un linguaggio teatrale che supera la realtà, con luci albeggianti di un certo stile fiammingo, tipico di questa artista. Opere che stupiscono, incantano o ancora fanno sorridere ma che sicuramente non lasciano indifferenti e sorprendono in modo diretto ed efficace.
Come l'immagine intitolata " Il Cinema", un tributo al grande maestro del cinema italiano, Federico Fellini, dove Annie Leibovitz si è ispirata alla scena icona che ha fatto conoscere la Fontana di Trevi in tutto il mondo. O l'immagine "Il Genio" che richiama giocosamente un simbolo della nostra storia e cultura, l'uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, il cui studio viene riproposto in una versione femminile e sensuale, oppure la "Lupa", immagine-emblema di Roma, ambientata all'interno del Colosseo.
O l'immaginifico atelier dello scatto "La Moda" in cui, ancora una volta si inserisce, dettaglio sofisticato e fashion, l'autentico espresso italiano di Lavazza, con sfondo di splendidi e scenografici abiti da sera, prestati per l'occasione da due grandi protagonisti dell'alta moda internazionale, Dolce & Gabbana. O ancora il bacio che nella foto "La Seduzione", ha il Tevere sullo sfondo e una prospettiva e una luce che riecheggiano il Canaletto.
E il piatto più amato, degli incredibili spaghetti, dove l'allegria della modella come sublime ingrediente si fonde con la sensualità delle colline toscane che fanno da scenario. E, infine, l'immagine che simboleggia Venezia, la foto scelta per la copertina del calendario, che rappresenta con una maschera veneziana decisamente re-interpretata, una fra le icone della nostra cultura più conosciuta e amata nel mondo.
Lo stile del Calendario "The Italian Espresso Experience", è quello inconfondibile di Lavazza, raffinato ed elegante come sempre, e con una nota romantica, fil rouge di ogni immagine. A quanti le chiedono cosa ha significato per lei cimentarsi nell'interpretazione del calendario, Anne Leibovitz risponde:"Il Calendario Lavazza porta con sé una grande tradizione ed è un'ottima opportunità per esprimere al meglio la propria immaginazione. Il concetto creativo che ho voluto esprimere evidenzia in modo esplicito tutto il processo produttivo e i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione di queste immagini icona e, durante le giornate di shooting, non abbiamo mai smesso di bere caffè Lavazza".
Dichiara Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image del Gruppo Lavazza: "Quando abbiamo messo a punto il nostro tema non abbiamo avuto dubbi sulla scelta di chi dovesse interpretarlo, su chi, nel panorama artistico internazionale, avesse uno sguardo disincantato e profondo, sensibile e "illuminante". Doveva essere per forza Annie Leibovitz. Non ci siamo posti il problema della nazionalità quanto piuttosto quello di affidare questa edizione a chi avesse la capacità di una corretta interpretazione grazie al proprio talento e la propria sensibilità. Perché se è vero che Lavazza è un'azienda italiana è anche vero che la sua "anima internazionale" le ha sempre permesso di allargare i propri orizzonti.".
Annie Leibovitz e Lavazza hanno chiamato, come protagoniste delle immagini, cinque celebri top model, ovviamente italiane. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, ambasciatrici della bellezza italiana nel mondo, hanno avuto così l'occasione di cimentarsi in un tema e in una dimensione artistica diversa.
Il calendario 2006GUARDA LA GALLERY
Il calendario 2007GUARDA LA GALLERY
Il nuovo calendario Lavazza GUARDA LA GALLERY

Il mondo della moda vuole gli attori

E' da un paio di anni che il mondo della moda attinge da quello del cinema per trovare i testimonial dei loro prodotti. Le modelle e i modelli sono stati messi da parte, da gruppi come Louis Vuitton, Dior, Burberry, Armani, Dolce e Gabbana ecc... e le attrici e gli attori hanno preso il loro posto. Attualmente poi, la tendenza la fanno gli uomini: Josh Hartnettnuovo testimonial per Armani Diamonds, Sam Riley per Burberry, Jude Law per Dior, James Franco per Gucci, Matthew McConaughey per Dolce e Gabbana, Colin Farrell per Ralph Lauren, Alessandro Gassman per Harmont & Blaine, Clive Owen per Lancome, Ewan McGregor per Davidoff, Jonathan Rhys Meyersper Hugo Boss,Patrick Dempsey per Versace. Per non parlare poi del fronte femminile dove da Jennifer Lopez pioniera per Louis Vuitton a Anne Hathawayultima scelta di Lancome per il loro nuovo profumo Magnifique. Nel mezzo sono passate star come Uma Thurman, Kirsten Dunst, Scarlett Johansson, Monica Bellucci, Vanessa Paradis, Charlize Theron, Sharon Stone, Nicole Kidman. Quest'ultima insieme al suo amico regista Baz Luhrmann, con cui ha realizzato Moulin Rouge e all'inizio del prossimo anno arriverà Australia, hanno creato un vero e proprio film per il profumo Chanel N.5. Mentre George Clooney si è parecchio seccato quando alla Mostra di Venezia una giornalista gli ha fatto notare che lui è testimone di un prodotto fatto da una multinazionale 'politicamente scorretta'.

Felice, invece, della sua nuova liaison con Dolce&Gabbana è Matthew McConaughey perché ama il loro mix “hip e classico”, e si è anche divertito a girare lo spot con Jean-Baptiste Mondino a Parigi (musica di Miles Davis). "È stata una nuova esperienza per me - ha affermato il protagonista di Come farsi lasciare in dieci giorni - non farei mai una pubblicità che non fosse in sintonia con chi sono e il mio stile di vita. Non potrei fare il Marlboro Man perché anche se è cool, io non sono un fumatore e non voglio essere associato alle sigarette". E che fine hanno fatto i volti della moda? …hanno lasciato la passerella e si sono buttati nel cinema? Chiedetelo a Justin Chambers, uno dei modelli più conosciuti negli anni ’90 grazie ai suoi poster in mutande Calvin Klein, che adesso ricopre uno dei ruoli centrali di Grey’s Anatomy dove ha già interpretato 75 episodi ed è uno dei medici più amati e ammirati della serie.

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