“I nostri stilisti, proni al suo volere, hanno detto va bene, quelli francesi no”. Secondo Boselli “i primi a cedere e a spostarsi sono stati Dolce & Gabbana che dovevano sfilare lunedì 28. A quel punto anche Armani non ha voluto restare da solo su lunedì. E tutto per far coincidere le loro passerelle con la permanenza della signora a Milano. Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione tutto, tra l’altro con una serie di conseguenze per quanto riguarda le modelle, che vengono usate dai vari marchi e, perfino, i parrucchieri”. Boselli confidava che la crisi dei mercati facesse ritrovare alle maison italiane quella solidarietà fondamentale per superare il difficile momento attuale. Invece, anche questa volta, complici probabilmente i nervosismi aziendali per risultati economici non brillanti, ha prevalso il proverbiale individualismo nazionale. La settimana della moda milanese si sta forse suicidando come qualcuno ha pronosticato?
Dolce & Gabbana cedono ai voleri di Anna Wintour
Niente lieto fine per la fashion week di Milano Moda Donna, se così si può chiamare, che sarà ridotta ad un fine settimana. Anche la possibilità che la sfilata Fendi si spostasse e che Prada potesse seguire l’esempio sembra essere saltata. “Temo – spiega amareggiato il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli – che alla fine Milano Moda Donna avrà solo 3 giorni forti, con tutti i grandi nomi concentrati dal 25 al 27 febbraio. Due giorni fa abbiamo riunito il consiglio direttivo della Camera Nazionale della Moda Italiana e abbiamo provato a salvare il lunedì, sembrava che Gucci accettasse di spostarsi su quel giorno. Poi l’ipotesi è tramontata”. Mentre si attende la programmazione definitiva della kermesse milanese, Parigi gioisce pubblicando un calendario che, con 84 sfilate confermate ed altri marchi in dirittura d’arrivo, si preannuncia come uno dei programmi più ricchi di tutti i tempi. A Milano, invece, sembra che Anna Wintour abbia avuto la meglio.
“I nostri stilisti, proni al suo volere, hanno detto va bene, quelli francesi no”. Secondo Boselli “i primi a cedere e a spostarsi sono stati Dolce & Gabbana che dovevano sfilare lunedì 28. A quel punto anche Armani non ha voluto restare da solo su lunedì. E tutto per far coincidere le loro passerelle con la permanenza della signora a Milano. Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione tutto, tra l’altro con una serie di conseguenze per quanto riguarda le modelle, che vengono usate dai vari marchi e, perfino, i parrucchieri”. Boselli confidava che la crisi dei mercati facesse ritrovare alle maison italiane quella solidarietà fondamentale per superare il difficile momento attuale. Invece, anche questa volta, complici probabilmente i nervosismi aziendali per risultati economici non brillanti, ha prevalso il proverbiale individualismo nazionale. La settimana della moda milanese si sta forse suicidando come qualcuno ha pronosticato?
“I nostri stilisti, proni al suo volere, hanno detto va bene, quelli francesi no”. Secondo Boselli “i primi a cedere e a spostarsi sono stati Dolce & Gabbana che dovevano sfilare lunedì 28. A quel punto anche Armani non ha voluto restare da solo su lunedì. E tutto per far coincidere le loro passerelle con la permanenza della signora a Milano. Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione tutto, tra l’altro con una serie di conseguenze per quanto riguarda le modelle, che vengono usate dai vari marchi e, perfino, i parrucchieri”. Boselli confidava che la crisi dei mercati facesse ritrovare alle maison italiane quella solidarietà fondamentale per superare il difficile momento attuale. Invece, anche questa volta, complici probabilmente i nervosismi aziendali per risultati economici non brillanti, ha prevalso il proverbiale individualismo nazionale. La settimana della moda milanese si sta forse suicidando come qualcuno ha pronosticato?
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