Un giorno con Stefano Gabbana



ore 7.30: appena sveglio, prima di cominciare a lavorare, fa subito attività fisica: ha creato un «percorso di guerra» in casa; ama nuotare e per anni ha fatto boxe. Nei weekend invernali, va a sciare a Courmayeur.
ore 8.30: niente pause amletiche davanti all’armadio per vestirsi (al contrario di molti suoi clienti): indossa spesso i jeans, per comodità, «da quando avevo 21 anni è uno dei miei capi essenziali». Poi girocollo, stivali: «Mi vesto con praticità, è l’eredità di tanti anni passati a lavorare 7 giorni su 7».
ore 9: arriva in ufficio: legge l’e-mail, poi su Internet siti come style.com: «Leggo i giornali per tenermi informato su tutto, l’attualità è importante per non vivere in una torre d’avorio ». Parla con l’ufficio stampa e l’ufficio celebrity (si occupa dei nomi famosi che indossano Dolce & Gabbana): «Oggi ho controllato la preparazione per la serata dei Brit Awards». Poi il coordinamento delle imminenti sfilate, le modelle, le prove in Santa Cecilia o in sartoria.
ore 10: Gabbana guarda il nuovo clip per il profumo, lo spot pubblicitario appena girato a Los Angeles da Mondino: «Io seguo le nostre pubblicità, Domenico l’architettura dei negozi perché è la sua passione. Domenico ha poca manualità con il computer ma spero che un giorno imparerà: io sono appena passato al Mac, e ho già ordinato il lettore iPad».
ore 10.30: esce dal suo ufficio per accarezzare i loro tre labrador. Totò è il nuovo arrivato, un adorabile cucciolone. Poi ci sono Dalì e Rosa (che nonostante il nome è nera). Gli animali passano la giornata della casa-ufficio sempre vicino ai loro padroni.
ore 12: lettura dei report: «Sapere cosa succede nei negozi è fondamentale: i clienti e le clienti ti dicono esattamente cosa vogliono, ti indicano quando stai sbagliando. Poi su Internet i social media come twitter ti accendono la lampadina. Il mondo della moda, i giornali e le riviste hanno una visione speciale: a volte indicano cose che il mercato non sempre vuole».
ore 13.30: pranzo, con puntualità: «Altrimenti mi viene mal di testa».
ore 14: riprende il lavoro: «Comunicare con gli assistenti è importante: se un assistente disegna una bella camicia mica gliela cancello, il contributo di tutti è importante».
ore 15: è il momento del fitting di un cantante per Sanremo: «L’ossessione mia e di Domenico è quella per la qualità nella fattura dei capi. Vado anche nei negozi a controllare che tutto sia in ordine, stacco i fili fuori posto: i nostri capi devono essere tagliati perfettamente. È la qualità italiana: i clienti pagano quello oltre al design».
ore 16: uno sguardo alle licenze del marchio concesso all’esterno, pochissime per volontà comune degli stilisti. «Abbiamo ottimi partner come Luxottica ».
ore 17: riunione con ufficio pianificazione media: «Non ci sono soci che mettono il naso e questa rimane azienda a conduzione familiare italiana. Tengo sempre in mente che abbiamo cominciato 25 anni fa con due milioni di lire, perché ci piaceva questo lavoro. Non per soldi».
ore 20: «È da sfatare il mito degli stilisti che fanno sempre vita mondana, io l’ultimo galà l’ho visto nel maggio 2009 a Cannes. Odio le ostriche e niente champagne». Meglio vedersi con gli amici, famosi e non. «Un esempio: Jennifer Lopez è un’amica, e basta. Madonna lo stesso. Poi ho anche tanti cari amici lontani dai riflettori».
ore 21-22: cena con gli amici che frequento quotidianamente, spesso al Gold. Il cinema una volta alla settimana, e Gabbana va ai concerti spesso. Anche alla Scala: ama l’opera. La tv? Non la guardo mai, tranne "Lie to Me", è un serial che mi piace molto. Bravissimo Tim Roth».
ore 24-1: «Prima di addormentarmi leggo sempre, in questi giorni Marina di Carlos Ruiz Zafon. In vacanza "stacco" da tutto. A letto gioco con l’iPhone: Trivial, ruota della fortuna, brick breaker».

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