Il resto dello sfilata, alla quale partecipano come ospiti Roberto Bolle, Francesco Scianna e l'intero team di boxe Dolce & Gabbana Milano Thunder, ispolvera a sorpresaBrian Ferry, presente in prima fila, con la sua estetica vagamente dandy, rivista dal duo in chiave sartoriale ed eccentrica. "Il vero problema della moda di oggi, però, è la reinterpretazione", aggiunge a riguardo Domenico Dolce. "Parte del nostro pubblico, quella più giovane intendo, nemmeno sa chi sia questo cantante. Mentre per l'altra è un codice estetico già scritto, visto e rivisto. La nostra scommessa sta nel leggere il passato e il presente e nel tradurli in in un linguaggio nuovo. Nel creare una moda per chi non ha conoscenza dello stile di ieri e anche per chi se lo ricorda bene".
Ecco allora arrivare in passerella le giacche di velluto rosso, quelle damascate, la pelliccia e persino scarpe stondate e un po' grossolane che sono comuni sui marciapiedi di Londra di ieri e di oggi. Ovvio, non manca la canotta e il desiderio di trattare tutto in modo sexy, come sempre. Ciò che vince su ogni cosa, però, è la volontà di scommettere sul quel cortocircuito di idee e di ispirazioni che è l'oggi, un territorio complicato e intricato, più virtuale che reale, ma sempre interessante e fecondo. Difficile, quindi, capire se le giacche corte e gli effetti damascati scalderanno il cuore dei fan del duo. Più evidente constatare come questi designer siano calati mani e piedi nella contemporaneità. Mezzo che sanno manipolare con una velocità e una maestria che devono indurre a pensare.
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