Dolce & Gabbana: osate e siate eccentrici

A sorpresa, il duo cambia tutte le proporzioni degli abiti formali. E manda in passerella lo stile "Brian Ferry". Che, intervistati da Seidimoda, i due stilisti definiscono sartoriale ed eccentrico di Simone Marchetti
A scanso di equivoci, il primo comandamento nel mondo della moda non è fa' la cosa giusta, ma falla al momento giusto. Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono forse gli stilisti che hanno imparato meglio questo diktat. "Per noi, però, questa regola significa prima di tutto osservare" ha dichiarato Gabbana a Seidimoda prima della sfilata. "Negli ultimi mesi, guardando le nuove generazioni e i ragazzi giovani che fanno parte del nostro team abbiamo realizzato che è arrivato il momento di ripensare da capo le proporzioni dell'abito maschile" Detto fatto. La giacca perde almeno quattro centimetri dal fondo e si accorcia pensino di maniche. I pantaloni, di conseguenza, si portano sopra la caviglia mentre il cavallo si abbassa a metà coscia. "L'impressione è quella delle braghe militari di lana, molli sui fianchi ma aderenti dalla coscia in giù", continua Gabbana, "li abbiamo visti addosso a tanti ragazzi e abbiamo cercato di reinterpretarli".

Il resto dello sfilata, alla quale partecipano come ospiti Roberto Bolle, Francesco Scianna e l'intero team di boxe Dolce & Gabbana Milano Thunder, ispolvera a sorpresaBrian Ferry, presente in prima fila, con la sua estetica vagamente dandy, rivista dal duo in chiave sartoriale ed eccentrica. "Il vero problema della moda di oggi, però, è la reinterpretazione", aggiunge a riguardo Domenico Dolce. "Parte del nostro pubblico, quella più giovane intendo, nemmeno sa chi sia questo cantante. Mentre per l'altra è un codice estetico già scritto, visto e rivisto. La nostra scommessa sta nel leggere il passato e il presente e nel tradurli in in un linguaggio nuovo. Nel creare una moda per chi non ha conoscenza dello stile di ieri e anche per chi se lo ricorda bene".

Ecco allora arrivare in passerella le giacche di velluto rosso, quelle damascate, la pelliccia e persino scarpe stondate e un po' grossolane che sono comuni sui marciapiedi di Londra di ieri e di oggi. Ovvio, non manca la canotta e il desiderio di trattare tutto in modo sexy, come sempre. Ciò che vince su ogni cosa, però, è la volontà di scommettere sul quel cortocircuito di idee e di ispirazioni che è l'oggi, un territorio complicato e intricato, più virtuale che reale, ma sempre interessante e fecondo. Difficile, quindi, capire se le giacche corte e gli effetti damascati scalderanno il cuore dei fan del duo. Più evidente constatare come questi designer siano calati mani e piedi nella contemporaneità. Mezzo che sanno manipolare con una velocità e una maestria che devono indurre a pensare.

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