In una Milano sottotono vince l’uomo Dolce & Gabbana
Poche idee ma molto colore e altrettante sfilate-spettacolo che convincono solo a tratti. I buyer intervistati da MFF in chiusura della fashion week milanese dedicata alle collezioni maschili per la primavera-estate 2013, tracciano un quadro generale dai toni chiaroscuri. E stilando una graduatoria dei top brand di stagione citano in vetta Dolce & Gabbana seguito da Prada, Moncler gamme bleu e Salvatore Ferragamo. E sono poche le news anche sul fronte dei marchi emergenti. «È un fatto ormai risaputo: le collezioni maschili, da alcune stagione, non raccontano grandi novità», ha esordito Cesare Tadolini de L’Incontro di Modena, «e alla carenza di idee spesso e volentieri gli stilisti sostituiscono la spettacolarità dello show. Che può divertire, emozionare e coinvolgere come è stato daDolce & Gabbana, con il loro plotone di modelli siciliani presi dalla strada». La pensa diversamente Maurizio Purificato, titolare del multibrand milanese Antonia uomo che plaude alla sfilata di Missoni: «Bello lo show, bellissimi gli outfit, dai cardigan ai bermuda, alle morbide semi-indianine. Tra le altre collezioni il look più riuscito è di Thom Browne per Moncler gamme bleu con il suo tema marine anni 50 introdotto da 20 ballerini di tip tap». Il marchio del gruppo Industries ha colpito anche Kaku Itakura, buyer per i migliori department store giapponesi: «Moncler gamme bleu, ma anche Jil Sander e Bottega veneta sono le collezioni che ho maggiormente apprezzato. Ma i giapponesi chiedono quello che troviamo difficilmente in Italia: il vero made in Italy». Sulla stessa lunghezza d’onda un altro buyer che nel suo negozio londinese raccoglie il meglio delle tendenze moda. «A Milano ho visto molto colore, tanti pantaloni risvoltati e poco hand made», ha spiegato Giovanni Bolandrini di Vertice a Londra. «Il pane per i miei denti l’ho trovato negli spazi di White Milano, un salone che ha preso le distanze dagli stereotipi della fiera tout court per diventare un mezzo e un modo alternativo ed efficace di comunicare e far conoscere la moda». Alejandro Gutiérrez di Elite a Marbella ha spiegato: «Ho visto tante novità anche se, nell’offerta globale, la settimana di Milano moda uomo mi è sembrata sottotono. E tra le sfilate che ho più apprezzato la numero uno è Versace». Roberta Valentini, una delle più temute buyer della scena retail internazionale, le novità le ha viste nello show room di Riccardo Grassi. «Mi hanno piacevolmente colpita le nuove sneaker di tessuto di MSGM e i giubbotti di carta di Temporary K», ha detto la titolare dei concept store Penelope e Boysloft di Brescia. «Il menswear è sempre uguale e la vera tendenza della moda, oggi, sono i prodotti low cost. Questa è la realtà, che piaccia o no». Per Tiziana Fausti di Bergamo: «Prada, più di ogni altra griffe, ha colto in pieno la voglia di una nuova concettualità, l’esigenza di azzerare tutto e ritornare all’essenzialità, perché stiamo vivendo un periodo di grande rinnovamento. Tra i capi cool ho trovato meravigliose le giacche tuxedo di Dolce & Gabbana in organza beige, sfoderate ma tagliate e costruite alla perfezione». Daniela Kraler della boutique Franz Kraler di Dobbiaco e Cortina ritiene interessante «l’originalità delle sfilate» con una «stupenda Fendi su una bellissima scenografia. Straordinario anche lo show dei ragazzi di strada di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, un perfetto connubio tra sicilianità e sartorialità. Bella e solare la moda arcobaleno di Ferragamo, i colori sorbetto di Gucci. E poi c’è Prada, ancora una volta geniale con questo nuovo messaggio unisex». Hirofumi Kurino, senior and creative adviser di United arrows di Tokyo, non ha avuto il tempo materiale di assistere a molte sfilate, impegnato tra ordini e show-room. «Tra i fashion show che ho potuto vedere, il numero uno è senz’altro quello dello stilista turco Umit Benan che ha realizzato anche la migliore collezione vista a Milano». Per Angela e Amos Adani, della boutique di Adani di Modena: «Milano si riconferma un grande faro della moda, il punto di riferimento come simbolo di eccellenza e dello stile per tutti i buyer. E nell’ultima edizione abbiamo apprezzato la grande novità di Prada, ma anche l’energia e la vitalità di Ferragamo. Più in generale, sarà vincente l’uomo in giacca doppiopetto portata con pantaloni di cotone risvoltati e caviglie a vista». Marzio Torcianti, buyer delle boutique Coltorti delle Marche e di Miami giudica: «Curiosa e scenografica la sfilata di Dolce & Gabbana, ma ora dobbiamo vagliare la collezione appesa alle grucce», ha spiegato, «penso che l’exploit di modernità dettato da Prada sia vincente più di ogni altra proposta». Giorgio Armani è, invece, al top della classifica di Michele Giglio, titolare dei plurimarca Giglio di Palermo: «La sfilata ha suscitato emozione per la grande classe, per l’eleganza dedicata a uomini veri. Ponderate e di alto livello anche le nuove proposte di Ferragamo e di Etro. Tutto il resto è spettacolo, è una cornice per collezioni nate stanche. Per questo, oggi vorrei vedere in passerella l’uomo insieme alla donna, che anticipa la presentazione. Le sfilate miste ci metterebbero anche in condizione di capire cosa ci vuole dire uno stilista per la stagione a venire». Tira le somme Tiziano Cereda delle boutique Biffi di Milano e Bergamo. «La tendenza maschile dell’estate 2013 segna la grande ripresa dell’abbigliamento informale e delle calzature. Ci sono piaciuti il colore e gli abiti casual chic, portabili e accessibili nei prezzi. Al passo con le esigenze di tutti i giorni dell’uomo di oggi».
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