L'Italia di Dolce & Gabbana

Domenico Dolce e Stefano Gabbana ne sono sicuri. Gli italiani non sanno valorizzare le proprie eccellenze. «Vogliamo insistere, puntando sulla specificità dell’Italia: la bellezza», ecco come hanno esordito, all'unisono, i due stilisti in una lunga intervista a Sette dove riflettono su pregi e difetti del Bel Paese.

Domenico Dolce a tal riguardo ha ricordato il primato dell'artigianato italiano, invidiato in tutto il mondo, ma misconosciuto in Italia. «Gli artigiani, la manualità sono un patrimonio enorme, tutto nostro, italiano, che stiamo buttando via. Perché tutta l’attenzione deve essere concentrata sulla grande industria? Il nostro è il Paese delle specialità. Della perizia artigianale. Noi non siamo la Germania».

Stefano Gabbana rincara la dose esprimendo il grande dispiacere nel vedere chiudere uno storico marchio italiano.«Non c’è nessuno che difenda queste eccellenze. Divento matto a veder un marchio storico come Richard Ginori che chiude. Perché devo comprarmi della roba tedesca se ho la Richard Ginori che ha una tradizione e un nome straordinari?».

Ma il duo non si limita a denunciare limiti e contraddizioni del Bel Paese e propone alcune manovre concrete. Così se Domenico Dolce fosse ministro, «sgraverebbe gli artigiani dal carico fiscale che è davvero eccessivo» e aiuterebbe i giovani «a puntare su se stessi e sul lavoro artigiano per tornare a un’economia su misura della nostra tradizione».

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