Lo stile Jackson che ha fatto scuola



Giacche di pelle, pantaloni stretti e lucidi, l'immancabile cappello e il gusto per i dettagli.Ciò che gli piaceva di più era la linea a triangolo perfetto: la base rovesciata (le spalle) a stringersi fino ai piedi. Di Michael Jackson si ricorderà tutto: la musica, la voce, quel suo ballare dinoccolato anticipatore del rap con "moonwalk". E poi il suo modo di vestire, precursore di mode, di look, di accessori. La moda gli deve molto. Gli stilisti si sono adeguati al suo volere, ai suoi capricci, alle sue necessità sceniche. Ma nessuno gli ha mai imposto nulla. Era solo lui che sceglieva, che decideva. Per il suo grande ritorno si era rivolto al fashion designer Andre Van Pier: realizzare i costumi per il tour non era certo cosa semplice. Dai primi disegni, gli abiti apparivano molto classici, quasi un damerino, un gentleman in giacca e cravatta, lungo frac dalle code che toccavano terra. E l’immancabile cappello, quel segno distintivo che era la sua corona. Niente da fare, purtroppo. Non indosserà mai quei capi né nessun altro abito con cui tutti avremmo voluto ancora vederlo su un palcoscenico. In compenso, senza interruzione, scorrono su ogni televisore del globo i suoi video, indimenticabili e indimenticati anche se non si vedevano da un po’.
PELLE COME SECONDA PELLE - E si rivede lui, con quei giubbotti in pelle che hanno fatto storia: chiodo rosso o nero, spalle imbottite da gladiatore e poi quei pantaloni stretti a sigaretta (spesso lucidi) corti alla caviglia a far ben risaltare il calzino bianco immacolato. Anche i guanti, un’icona come lui: quasi sempre uno solo e magari ricoperto di swarovski o paillettes. Eccolo con giacche militari, borchiate, di alta sartoria certe volte. O con il maglione del video Scream, una corazza con aculei sulle braccia. Oppure con t-shirt colorate o camicie morbidissime di seta, bianche che, muovendosi, lasciavano scoperto il petto. Un ultimo vezzo, una giacca strutturata con maxi borchie oro su nero e maglia abbinata di Givenchy, ma presa dalla collezione donna. Già, perché gli piacevano gli ornamenti, i dettagli che risaltavano come se fossero state delle onorificenze da appuntarsi sul petto. Gli occhiali, sempre: da aviatore. Lenti specchiate o nere. Fasce a più strati attorno alle braccia erano i suoi bracciali da combattente.
GLI STILISTI ITALIANI - Gianni Versace disegnò per lui l’abito per il video Say say say con Paul Mccartney. Successivamente ebbe spesso contatti con Roberto Cavalli con cui discusse di moda. “ Ho avuto il privilegio di conoscere personalmente Michael Jackson –ha dichiarato lo stilista fiorentino- anni fa e da allora abbiamo instaurato un rapporto di amicizia dolce e spontanea , proprio come era lui..., mi ha sempre colpito il suo modo di vivere e guardare il mondo come un bambino, e mi mancherà questa sua prospettiva unica, magica ed innocente sulla vita. Resterà per sempre la sua musica, la sua capacità di dominare la scena e la sua immagine iconica che ha segnato il costume e la storia.Con onore e commozione posso dire di averlo vestito nelle sue ultime apparizioni mi piace illudermi di aver cosi contribuito in minima parte alla leggenda del re del pop ". E per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Michael Jackson è stato "la colonna sonora della nostra vita, siamo dvvero molto dispiaciuti perchè è stato un atista geniale che lascerà un segno indelebile nella storia della musica e del costume".


Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails

Best Post You Love