Anna Wintour "direttora" di Vogue America sconvolge il calendario di Milano Moda Donna

Incerta ancora la stesura del calendario di Milano Moda Donna.
Difficoltà ancora una volta nella stesura del calendario delle passerelle di Milano Moda Donna a meno di 20 giorni dall’inizio della fashion week che dovrebbe aver luogo dal 24 febbraio al 2 marzo 2010. “Per il momento non c’è niente da dire – dichiara il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli – i lavori sono in corso”. Ma intanto trapela qualche indiscrezione sulle motivazioni che avrebbero rimesso in discussione le decisioni già prese. “Tutta colpa di Anna Wintour – spiega Boselli – scavalca tutti e chiama direttamente gli stilisti. E il calendario è andato subito in tilt. Avevamo messo a punto un calendario che durava sette giorni e che funzionava bene. Ma all’improvviso si è ridotto a tre”. Secondo la ricostruzione fatta dal presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, a stravolgere il calendario milanese è stato un giro di chiamate fatto proprio dalla Wintour. “La direttrice di Vogue America – continua – ha sollecitato gli stilisti a concentrare le sfilate in pochi giorni perché oltreoceano, nella prima settimana di marzo, incombono gli Oscar. Questo discorso l’ha fatto con gli italiani, ma anche con i francesi che sfilano dopo di noi. Solo che a Parigi nessuno ha messo mano al calendario. Qui, invece, è successa la rivoluzione”. Così, come era già successo in passato, a Milano molte maison vorrebbero spostarsi sui tre giorni in cui Anna Wintour sarebbe a Milano, ovvero venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 febbraio durante i quali si concentrerebbero ben 43 sfilate delle 80 in programma con inevitabili sovrapposizioni e ritardi. Secondo quanto riporta la stampa, Prada lascerebbe il 25 che occupava con Krizia, Blugirl, Just Cavalli e Moschino Cheap and Chic per la sera del 26, giornata sulla quale punterebbe anche Versace preferendola alla tanto inflazionata domenica e C’N’C Costume National che traslocherebbe dal 1 marzo. Lunedì, infatti, sarebbe il più penalizzato e rischierebbe di essere trascurato da stampa e compratori, con ricadute negative sulla coda di martedì 2, se Dolce & Gabbana lo abbandonassero davvero per la domenica, Giorgio Armani, Fendi e John Richmond per il sabato e la linea giovane Versus per la domenica senza dimenticare, come già detto, C’N’C. Ancora in sospeso le collocazioni di Ermanno Scervino e Roberto Cavalli, che, non avendo ancora trovato una collocazione nei tre giorni che contano perché troppo congestionati e ulteriormente terremotati da altri cambiamenti, sembra riempirebbero il lunedì dove è rimasta anche Laura Biagiotti: “Avevo scelto il lunedì – ha dichiarato – e di lì non mi muovo”. Infine, la notizia non ufficiale che Fendi si sia dichiarato disponibile ad aprire il calendario dei nomi di primissimo piano del mondo della moda italiana, rafforzando il 25 insieme a Prada. “Lavoreremo anche durante il week-end per cercare di rimettere in sesto il calendario – conclude Boselli – ma l’impresa non sarà facile. Certo, stavolta gli stilisti non se la possono prendere con la Camera della Moda. Lo scorso anno, in settembre, avevano polemizzato con noi perché le sfilate erano programmate in contemporanea con la giornata dello Yom Kippur, l’importante festività ebraica. Adesso, però, il re è nudo: sono stati pavidi con la Wintour e si sono fatti del male da soli”. Al momento i giochi sono ancora aperti.

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