La Regina d'America Anna Wintour attacca Milano: "Troppe sfilate"
Polemiche a gogò e nervosismo. La battaglia per il calendario delle sfilate e la lotta fra Italia e Usa continua. Anna Wintour - direttore di Vogue America che tutto il mondo conosce dopo il film «Il Diavolo veste Prada» - soffia sul fuoco del malcontento. «Più presentazioni e meno sfilate. Milano è una piazza importante come Parigi e New York, noi americani veniamo a vedere tutto il possibile, ma il dollaro debole rende la nostra permanenza molto costosa. Per questo ho chiesto a Dolce e Gabbana, Armani e Versace di aiutarci a seguire le loro sfilate, facendoci spostare solo per qualche giorno e non per un’intera settimana». Già, ma sul calendario zeppo che i Dolce e Gabbana hanno definito una pagliacciata glissa diplomatica la signora spiegando di capire le esigenze di visibilità di tutti». Poi, cattivella, sbotta a bordo passerella da Alberta Ferretti: «A Milano si aspetta ovunque, ci vuole un’organizzazione migliore!». Il primo a respingere le accuse è Mario Boselli, il presidente della Camera della Moda: «Su una sola cosa sono s’accordo con lei. A volte le presentazioni potrebbero sostituire le sfilate, ma dipende dal tipo di prodotto. Sul resto dissento totalmente. La Wintour dovrebbe guardare come vanno le cose a casa sua. Chi segue la settimana fashion di New York ne conosce tutte le pecche. Noi siamo molto meglio, non solo dal punto di vista organizzativo, facciamo una manifestazione di livello nettamente superiore». Sta di fatto che stavolta in molti danno ragione alla Wintour. Sovrapposizioni di orari, doppioni e troppi appuntamenti scatenano critiche a catena. «Se non si fa il punto della situazione il rischio è un grande sputtanamento. Dopo la spazzatura di Napoli anche l’organizzazione delle sfilate ci fa perdere credibilità», denuncia Ennio Capasa di C’N’C sulla scia dei Dolce e Gabbana che avevano invitato gli altri stilisti a uscire dal calendario ufficiale. In pratica, la telenovela Wintour avrebbe solo messo a nudo le debolezze del sistema sfilate italiano . Peccato che pochi abbiano il coraggio di ribellarsi concretamente. Adeguandosi ai desideri della Wintour la manifestazione si è dimezzata ed è diventata ingestibile (mentre a Parigi hanno fatto orecchie da mercante alle pressanti richieste della temuta direttora).
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