Dolce &Gabbana rispolverano la tradizione Siciliana


Ritratto di siciliano, autentico nella versione viscontea e barocca in giacche da camera di velluto o «picciottesca» e bulla di stallone italiano in canotta a coppola. Dolce Gabbana naturalmente, mai così fedeli, perché - ci tengono a dire - solo restando se stessi e rimarcando la propria identità si riuscirà a superare crisi e confusione. Così c'è il nero della tradizione (di tanto in tanto spezzato da romantici rossi e fucsia) e i completi precisi (la giacca un po' più lunga) ma magari con inedite lavorazioni di fettucce di seta o gros grain intrecciato o sormontato sugli orli e ai lati delle braghe. E ancora i pantaloni classici grigi che possono però essere o di jersey o di raso trapuntati (nel caso anche dall'aria joggins). Romanticismi e accenni di voglia di intimità per via delle pantofole di velluto e delle giacche da camera (strutturate, definite), dei papillon di fettuccia e o dei grossi maglioni fatti a mano. Cravattine strette-strette o sciarpone. Lusso strafottente: i jeans con i rivetti d'oro o i valigioni di coccodrillo. «C'è chi ci chiede queste cose dicono i due stilisti - , perchè no?». Poi i messaggi: affidati agli intrecci di cui sopra: «E' il nostro invito a stringere rapporti, a relazionarsi, a tenersi strette le amicizie perchè non di sola crisi economica si deve parlare, ma anche di crisi intellettuale e di valori e di affetti ». Metafora complicata, ma il messaggio è chiaro. E maliziosamente neppure troppo confuso se la t-shirt dice «Italian Stallone!» perché mediterraneo è... Animi romantici, sembrerebbe gli ometti dell'inverno prossimo. Con sfumature che oscillano fra il bohemiènne e il nostalgico.

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