La nuova fiera dell’Est di Dolce & Gabbana
Il futuro di Dolce & Gabbana ha gli occhi a mandorla. Nel loro salotto milanese arredato come il set del film "Il gattopardo", Domenico Dolce e Stefano Gabbana, reduci da un viaggio a Shanghai, svelano i loro progetti di espansione nel ricco mercato cinese. Qui i due imprenditori sono entrati 5 anni fa e attualmente contano 26 boutique di cui 16 dirette. E per il futuro i due creativi alzano il tiro: «Abbiamo intenzione di raddoppiare il numero dei negozi diretti in Cina da qui al 2012 — anticipa Stefano Gabbana — le prime nuove opening toccheranno città come Shenyang, Chengdu, Hangzhou, dove sarà inaugurata una seconda boutique, passando per Nanjing e Harbin, fino a Dalian e Changchun».
Le grandi manovre della "campagna cinese" sono già iniziate: solo quest’anno l’azienda ha realizzato 8 nuove aperture di boutique di cui 6 a gestione diretta. «La distribuzione diretta sarà il volano della nostra crescita», taglia corto Domenico Dolce. Non a caso la strategia di rafforzamento della rete distributiva formata dai negozi di proprietà — attualmente 114 sparsi nelle grandi capitali del lusso — si è rivelata vincente specialmente nel Far East. Qui le vendite retail dell’azienda sono raddoppiate rispetto all’anno scorso. E c’è da credere che, anche se l’Estremo Oriente insieme al Middle East assorbe il 15% del giro d’affari totale, 1.028,5 milioni di euro nel 2009 realizzati per lo più in Europa e Stati Uniti, sono proprio questi nuovi mercati il motore della crescita futura della società. L’azienda nel frattempo sta già dando segnali positivi: secondo le previsioni dei piani alti il 2010 dovrebbe chiudersi con un incremento a doppia cifra. E dopo la Cina nel mirino di Dolce & Gabbana ci sono anche India e Brasile, mercati promettenti perché ricchi, vitali e dinamici, ma soprattutto "emergenti".
Questa parola è diventata la "password" del mondo di Dolce & Gabbana. Gli stilisti, che 25 anni fa hanno conquistato la scena della moda con la loro estetica sexy e sartoriale e la loro iconografia alternativa ed edonistica pervasa da un glamour mediterraneo, sono sempre più risoluti a investire sugli "emergenti" appunto, ovvero sui giovani. Secondo Domenico Dolce «alcuni di loro ci ricordano noi agli inizi della nostra carriera: determinati, coraggiosi, con tanta voglia di rischiare e di lasciarci guidare dall’istinto». Ed è un po’ per istinto e un po’ per il loro innato senso per gli affari che i due stilisti hanno deciso di aprire le loro porte alle nuove leve della moda internazionale, alternando le proposte sperimentali dei giovani agli accessori Made in Dolce & Gabbana proprio al secondo piano della loro boutique milanese. Quella, per intenderci, che si trova al numero 2 di Via della Spiga, all’angolo fra questa e Corso Venezia, nel cuore del quadrilatero. E’ nato così Spiga 2, uno spazio multimediale legato a un’idea innovativa, come spiega Stefano Gabbana: «Nessuna griffe italiana ha mai tentato prima una simile operazione: vendere i capi di giovani stilisti in un proprio spazio trasformato in multimarca indipendente». Molti dei giovani talenti "ospiti" dello spazio "Spiga 2" — da Elisa Palomino a Peter Jensen, passando per gli italiani Fausto Puglisi, Lamberto Petri e Vladimiro Gioia, fino a Behnaz Sarafpour — in realtà sono ignoti al grande pubblico. Eppure l’esperimento sta funzionando bene anche a livello commerciale. Ad appena due mesi dalla inaugurazione di Spiga 2 alla fine di settembre, le vendite della boutique che ospita il nuovo concept multibrand, grazie anche all’andamento positivo degli accessori Dolce & Gabbana, hanno registrato un’impennata del 93%, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2009.
Un risultato lusinghiero dovuto anche alla formula originale dello shopping all’interno del negozio: Spiga 2 ospita anche eventi artistici e culturali, oltre a feste e dibattiti con i blogger. Come Chiara Ferragni che a 22 anni ha inventato uno dei blog più cliccati dai modaioli e non: "The blond salad". Oltre che sui giovani il radar di Dolce & Gabbana è puntato sui social network e in particolare su Twitter di cui Stefano Gabbana è diventato un utente molto esperto. «Sulla svolta digitale di Dolce & Gabbana abbiamo lavorato intensamente negli ultimi 10 anniconfessa Dolcenon a caso abbiamo creato in tempi non sospetti una nostra rivista online di moda, immagine e nuove tendenze, Swide, e siamo stati fra i primi a trasmettere in diretta sul web le nostre sfilate». Ma c’è di più: per i due stilisti Internet è soprattutto un osservatorio privilegiato per capire e studiare i gusti della gente. «Avere un filo diretto con il mondo è sempre stato il nostro elisir di giovinezza — spiega Gabbana — solo così possiamo rinnovare la nostra creatività legata a doppio filo alla ricerca». Anche se poi quella terrona sexy che ancora domina l’immaginario della coppia creativa è cresciuta e ha messo la testa a posto: vuole essere sensuale ma anche sentirsi a proprio agio negli abiti che indossa, belli anche perché pratici. Proprio come il suo lui che ha finalmente scoperto che in fondo la seduzione non ha sesso. E che come diceva Luigi XIV "la moda veste la storia".
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