Un mambo della Loren firmato Dolce & Gabbana
Ehi mambo, mambo italiano, ehi mambo...": la voce registrata è quella diSofia Loren che canta, e gli ospiti seguono il ritmo. C'é allegria alla sfilata di Dolce&Gabbana: stavolta il loro teatro è addobbato a festa, con le luminarie colorate di una piazza qualsiasi del Sud Italia "Non è stato facile stampare le cipolle facendo in modo che fossero femminili!" spiegano scherzando i due creativi. Intorno non ci sono più gli schermi led delle scorse stagioni, nessuna telecamera che riprenda gli ospiti, niente collegamento in streaming: Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati i primi a sposare le tecnologiche ossessioni, e sono anche i primi a fare un passo indietro. Non rinnegano niente (magari la prossima stagione ci proporranno una nuovissima diavoleria) ma adesso, che tutti fanno la diretta multimediale, loro tornano alle origini, a casa, al paese, a quei colori e a quei sapori che hanno reso autentico il loro stile very very italiano. C'é un ripensamento, diciamo momentaneo, un pò su tutta l'atmosfera che oggi circonda la moda. Anche sui blogger, tanto coccolati dai brand: "C'é stata una vera esagerazione. Alcuni blog sono interessanti ma occorre selezionare. Il sistema è andato troppo oltre, non possiamo venir usati da loro" dice Stefano.
Verrebbe da applaudire, ma veniamo ai vestiti, anch'essi applauditi. L'immaginario film, messo in scena dai due stilisti, assomiglia a "Pane, amore e..." del 1957, dove Sofia ballava esibendo vitino da vespa e prominente seno latino. Le modelle oggi non hanno quelle forme ma i vestiti le aiutano, la gonna larga ondeggia, il top-reggiseno affascina, il pagliaccetto è intrigante, il tutto stampato come dicevamo. Arriva il pizzo, come poteva mancare: è azzurro per l'abito che unisce macramé e stampa a peperoncini, è rosa per il robe-manteau abbottonato dietro, è nero e anche ricamatissimo di jais, cristalli, pietre colorate e paillettes per i vestiti da sera. Per la prima volta non ci sono pantaloni su una passerella di Dolce & Gabbana e nel finale sfilano sessanta modelle vestite solo con un body: dire "solo" significa mettere fuori strada, dato che si tratta di veri gioielli, uno diverso dall'altro, tutti luccicanti di incrostazioni e pietre, come fuochi artificio. "E' come quando ti abitui a mangiare il sushi, ma poi vai in vacanza e, davanti a un bel piatto di melanzane, pensi che è quello che ti appartiene da sempre e che più ti piace" conclude Domenico.
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