La condanna della Commissione tributaria: Sanzione da 229 mln per D&G.

Dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato l’ordinanza con cui il gup di Milano, ad aprile dello scorso anno, aveva prosciolto dalle accuse gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, imputati per dichiarazione infedele dei redditi e concorso in truffa riguardo ad una presunta evasione fiscale su un imponibile da circa un miliardo di euro, è arrivata la pesante condanna della Commissione tributaria. Anche il tribunale fiscale di Milano ha dato ragione agli ispettori, respingendo il ricorso dei due stilisti e condannandoli a pagare 343 milioni di euro. In attesa dei successivi gradi di giudizio amministrativo, la legge obbliga comunque al pagamento dei due terzi della sanzione. Dunque, a conti fatti, Domenico Dolce e Stefano Gabbana riceveranno una cartella fiscale di 229 milioni e dovranno pagarla personalmente, perché l’accusa di evasione colpisce proprio loro e non le società di cui sono proprietari.

Lo scorso primo aprile, il gup di Milano Simone Luerti aveva assolto Dolce e Gabbana e altri cinque imputati, tra cui alcuni manager del gruppo di moda, dalle accuse “perché il fatto non sussiste”. Secondo il pm, gli stilisti avrebbero creato una società in Lussemburgo per non pagare le tasse in Italia sullo sfruttamento dei loro marchi “D&G”.

“‘L’intera operazione si è realizzata alla luce del sole”, aveva scritto però il gup nelle motivazioni del proscioglimento. Secondo il giudice, poi, “le condotte contestate integrano palesemente una delle molteplici forme che assume l’elusione fiscale”. Il gup pero’ in sostanza ha ritenuto che ciòche era stato documentato nell’indagine non aveva travalicato il confine del rilievo penale, perché l’elusione fiscale si distingue “dall’evasione fiscale perché non si pone in diretta violazione di un precetto normativo”.

A maggio il pm aveva poi fatto ricorso in Cassazione e ora, dopo l’annullamento della sentenza da parte della Suprema Corte, un nuovo gup dovrà esprimersi sulla vicenda. Ora però è arrivata anche la scure di Equitalia. Fedina penale momentaneamente salva, ma sanzioni da capogiro da pagare al Fisco. (fonte: blitzquotidiano)

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