Dolce & Gabbana difende il miliardo con il retail

Obiettivo, difendere la soglia del miliardo di euro di fatturato e accelerare sul versante retail internazionale. Sono queste le strategie messe a punto dal gruppo Dolce & Gabbana, che ha svelato ieri sera a porte chiuse la sua collezione alta moda, trionfo di lusso all’insegna dell’artigianato made in Italy. Ma i riflettori sono tutti puntati sulla strategia futura del gruppo che fa capo a Domenico Dolce e Stefano Gabbana e che ha chiuso l’esercizio 2011/12 al 31 marzo 2012 con un fatturato consolidato di 1,109 miliardi di euro e un utile netto di 125,3 milioni di euro. «Per la chiusura dell’esercizio fiscale 2012/13, che terminerà il prossimo 31 marzo e che è il primo su cui ha impattato la chiusura della linea D&G, prevediamo di difendere la dimensione di un miliardo di euro di fatturato», ha spiegato a MFF un portavoce della società, «tenendo conto che il solo marchio Dolce & Gabbana ha compensato gran parte della quota di fatturato a cui avevano rinunciato con il termine dell’etichetta D&G». L’idea è infatti quella di dare un’accelerata potente a tutta la piattaforma retail internazionale. A livello globale, infatti, la griffe nell’arco dell’anno solare 2013 punta a battezzare 46 monomarca Dolce & Gabbana, nello specifico 27 boutique e 19 shop-in-shop. A fare la parte del leone, sul fronte delle boutique, saranno Middle e Far East, per un totale di 19 punti vendita; 11 saranno in Estremo Oriente e toccheranno città importanti come Shanghai, dove sono attesi due store, e Pechino che accoglierà la terza boutique nella città su uno spazio di 700 metri quadrati. Ma l’espansione asiatica toccherà anche città come Shenyang, Changchun, Chengdu, Tianjin, Chongqing, Qingdao e Wuxi. Ciliegina sulla torta sarà l’Australia: il primo punto vendita monomarca nel continente sarà aperto a Melbourne e occuperà un totale di 320 metri quadrati. Il Middle East sarà invece protagonista di otto tagli del nastro, divisi tra Doha (due store uno per la donna e uno per l’uomo), Abu Dhabi (due store), Kuwait city (due store donna e bambino) e Istanbul (due store). A fare la parte del leone sarà anche l’America Latina, mercato ad alto potenziale di sviluppo nel segmento del lusso che saluterà i primi opening di monomarca griffati Dolce & Gabbana in Messico, a Mexico City, dove sono attesi due punti vendita di 460 metri quadrati e 390 metri quadrati. A cui si aggiungeranno gli spazi in Colombia, a Bogotà, e in Cile, a Santiago. Fanalino di coda, due mercati ad alto tasso di immagine che a oggi rappresentano lo zoccolo duro del fatturato, ovvero l’Europa (20% del fatturato l’Italia a cui si aggiunge il 35% del resto dell’Europa) e l’America (14% dei ricavi totali). Nel Vecchio continente Dolce & Gabbana aprirà a Londra uno spazio di 985 metri quadrati che rappresenterà il quarto punto vendita in città. Mentre in Russia, a Ekaterinburg, è stato pianificato uno spazio di 440 metri quadrati. Opening di grande prestigio negli Usa: in primis a New York, sulla Fifth avenue, con un grande flagship di 1.600 metri quadrati, terzo avamposto shopping nella Big apple. E poi rotta verso il Canada, per il primo monomarca su strada che sarà a Toronto. Sul fronte shop in shop (ne sono attesi 19, ndr), un occhio di riguardo verrà dato al segmento bambino per cui sono previsti spazi a Mosca, Londra, Manama (Bahrain) e Dubai, Baku, Chengdu, Tianjin e, per finire, Tokyo. Ma grandi investimenti verranno fatti anche nel segmento uomo, recentemente protagonista delle sfilate di Milano moda uomo con una collezione ispirata alla devozione made in Italy, tra grande attenzione all’artigianato e iconografia tipicamente tricolore. Continuando la strategia di separazione tra store uomo e donna, che hanno abbracciato anche concept architettonici differenti, nel corso dei prossimi 12 mesi ai 16 free-standing store maschili ne verranno aggiunti altri due, a Doha e Abu Dhabi. «Guardare al mercato in termini di universo uomo e universo donna ci ha portato a creare un impianto fatto di un unico brand sempre più consolidato non solo dal punto di vista stilistico ma anche dal punto di vista di business», ha poi concluso un portavoce della maison. «Siamo un marchio leader sia nell’universo femminile sia in quello maschile, in termini di fatturato le due linee pesano al 50%, risultato non comune nel nostro settore. Tutto questo lavoro trova riscontri positivi sul fronte del retail dove nella stagione autunno-inverno 2012/13, a oggi, il venduto del menswear a livello mondo segna un +12% rispetto alla corrispettiva stagione 2011/12».

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