Dolce & Gabbana, chiudono le vetrine sulla piazzetta vip di Portofino?

Che triste il mare d’inverno. A Portofino il periodo delle serrande abbassate per ferie, solitamente prerogativa di novembre, s’è allungato sino a sforare in dicembre. Un segno della crisi? Le vetrine delle boutique, le sale dei ristoranti riaccenderanno le luci per Natale. Salvo eccezioni. Puny, ad esempio, il ristoratore preferito dal premier Silvio Berlusconi, ha chiuso ieri sera per riaprire il 28 marzo. Altri, invece, non riapriranno più. E sono grandi griffe. La celebre piazzetta, già al tramonto, è mezza buia. La trattoria Tripoli è chiusa, il ristorante Stella sul molo pure. Lungo la calata sono serrate la Taverna del Marinaio, dov’è di casa il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, e la trattoria da Mario. È chiusa anche la boutique Dolce & Gabbana, fortemente voluta da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che nel borgo hanno comprato villa Olivetta, che fu dei conti Trossi-Fracassi e che ebbe in affitto anche Berlusconi. Fermiamoci qui: questa è una delle vetrine che non dovrebbero più riaprire. L’altra, poco distante, è quella di Bottega Veneta (Gucci Group). Un altro segno della crisi? Anche le grandi griffes fuggono da Portofino? Del resto, aveva già gettato la spugna Cartier (subito rimpiazzato, però). Pane per i denti di chi da sempre denuncia la «smeraldizzazione» di Portofino, vale a dire quella calata delle grandi marche che ha cancellato a colpi di denaro i vecchi negozi del borgo, che ha spazzato il volto antico di questo paese che fu di marinai, rilevando alimentari, macellerie, mercerie - tanto che oggi per fare la spesa i portofinesi e i loro ospiti sono costretti a spostarsi nella vicina Santa Margherita Ligure. Un fenomeno che ha fatto schizzare alle stelle il prezzo del metro quadro e i canoni d’affitto (con il consenso, naturalmente, di chi ha venduto o ceduto, che ha visto lievitare il conto in banca) e che è parso inarrestabile. Ora, però, l’inversione di tendenza. Almeno, stando alle chiusure annunciate. Di crisi, però, non vuol parlare il vicesindaco Gianni Artioli. «Almeno, non contingente. In Comune le voci sulla boutique Dolce & Gabbana erano arrivate già a fine estate». Si sa che gli imprenditori vedono prima e lontano. E’ vero anche che gli stilisti hanno aperto un grande negozio monomarca a S. Margherita. Praticamente a un tiro di schioppo da quello del borgo. «Sì, ma avere una vetrina a Portofino è una scelta d’immagine. Non penso che questi grandi gruppi si fermino al conto economico, alle vendite e al tenore dei canoni d’affitto dei loro negozi», aggiunge Artioli. «Mi sembra, inoltre, che per Dolce & Gabbana si parlasse di spazi troppo piccoli e dell’intenzione di trovarne nuovi più ampi. Non so però come faranno, perché a Portofino non c’è più un buco disponibile». E il negozio di Bottega Veneta? «Non so, magari guardo la prossima settimana in Comune», si smarca il sindaco, Giorgio Devoto. «Mi sembra che lamentassero una posizione delle vetrine un po’ nascosta. Ricordo che avrebbero voluto la fetta di suolo pubblico davanti al negozio, che però è già assegnata al ristorante confinante» è più loquace il vicesindaco. E se invece le ragioni fossero di meri costi? E se fosse un segno della crisi? Anche a Portofino le cose possono cambiare.

1 commento:

Unknown ha detto...

chiudono 11 negozi in italia di dolce e gabbana e D&G monomarca.....bologna, portofino....etc etcc

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