Valentino Fall/Winter 2013-14 Men's Show

Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli spiegano l'ispirazione che sta dietro la nuova collezione maschile. Un trionfo di eleganza con il quale i due designer dimostrano di poter conquistare il pubblico maschile dopo aver letteralmente fatto impazzire le donne di tutte le età di Simone Marchetti.

In una famosa puntata di Sex&TheCity, Samantha Jones, la pierre mangia uomini di Manhattan, spiegava al fidanzato molto giovane le regole del successo. Secondo la sua teoria, ogni operazione di moda ha tre stadi di riconoscimento: in un primo momento, viene scoperta dagli omosessuali; in un secondo dalle ragazzine adolescenti. E infine, soltanto alla fine, da donne e uomini in generale, raggiungendo il suo apice di fama.
Stretti in due completi neri, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, i due direttori creativi di Valentino, dopo aver fatto a pezzi tanti altri pregiudizi nel mondo della moda, smontano con grazia anche questo.

Arrivati a Parigi per presentare la nuova collezione maschile dopo due stagioni di sfilate a Firenze, presso Pitti Immagine Uomo, dimostrano di poter conquistare il pubblico maschile dopo aver letteralmente fatto impazzire donne di tutte le età negli ultimi anni.
Il compito è arduo, anzi quasi impossibile. Il mercato dell'abbigliamento da uomo, infatti, è spaccato in due: da una parte c'è il super classico, con l'abito impettito e formale; dall'altra una piccola fetta di mercato molto, forse troppo, legata alla moda.
"Noi crediamo al contrario in una sorta di via di mezzo, o meglio, in una via d'uscita", commentano i due a pochi minuti dallo show. "Siamo convinti che gli uomini oggi posseggano una cultura del passato, una sorta di reminiscenza che li spinge a scegliere cose sicure, note, forse già viste. Il problema è il 'fit', il taglio e la forma che si dà a questa tradizione. Abbiamo così cercato di rileggere il passato, arrivando a un risultato rigoroso che non presentasse nessuna citazione didascalica".
Non si può che credergli. Anzi, occorre persino stupirsi. Ciò che arriva in passerella, infatti, è unprodigio di misura, una dimostrazione di equilibrio così minuziosa da lasciare senza fiato.
Si inizia dalla cappa "elemento volutamente preso dalla couture femminile, come segno grafico ma anche come spunto di riflessione", spiegano i due. A sorpresa, però, quello che dovrebbe essere moda, originalità, avanguardia, diventa semplicemente classico, noto, come se esistesse da sempre senza essere stato visto mai.
Completo dopo completo, cappotto dopo cappotto, ciò che stupisce è la mancanza assoluta di sforzo: la forza titanica e silenziosa del duo, infatti, è il modo leggero con cui riesce a piegare la materia più difficile.

La pelliccia, per esempio, tagliata come fosse un velo e poi accoppiata al tessuto degli impermeabili Mackintosh. O il ricorso alle termosaldature, usato per appiattire letteralmente la tradizione fino ad addomesticarla come si farebbe con un animale feroce.
I due parlano di stile inglese che incontra l'estetica italiana, di Mary Quant, Mick Jagger e Saville Row che si fanno un giro tra le comparse del film "La notte" di Antonioni. Tutto vero: c'è qualcosa di british nei tartan e qualcosa di punk nelle fantasie a più strati. Eppure non è questo che conta: un'altra volta, il modo asciutto e di condurre il lavoro sull'abito maschile è la chiave di volta di tutto. Ne sono testimonianza gli accessori, piccoli capolavori che svettano su tutto il mercato maschile.Hanno insieme un elemento di continuità (la fantasia camouflage, in questo caso) e di innovazione, "perché ciò che ci interessa non è uno stile che cambia ogni stagione, ma un discorso di continuità, di riconoscimento nel tempo" concludono i due stilisti.
Per ora, la scommessa è vinta. A settembre, conferma l'amministratore delegato Stefano Sassi, verrà inaugurata la prima boutique maschile del marchio a Parigi. Nel frattempo, in Place Vendome, è stato creato uno showroom per questa linea, donandole un'importanza pari a quella femminile.
Al termine della prima giornata di sfilate parigine di moda da uomo, non c'è che da riconfermare un'antifona finalmente ottimistica: la moda italiana non gode solo di ottima salute. Si sta dimostrando una ricchezza di numeri e di talenti, di artigianato e di cultura. Qualcosa per cui persino Parigi ha capito che val bene una messa. (fonte: d.repubblica.it)

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