A vederla di persona Duffy (il vero nome è Aimee Duffy, classe 1985) dimostra qualche annetto in più dei 23 registrati sulla biografia ufficiale. La ragazza nata a Nefyn, paesino sperduto nel Nord del Galles, attualmente in cima a svariate classifiche di vendita in tutta Europa, è uno di quei personaggi che vanno raccontati soprattutto quando si pensa che grazie al singolo Mercy, il disco d’esordio Rockferry è già nelle case di un milione e duecentomila persone. In Italia ha esordito al 6° posto nelle hit. Ospite a Milano di Dolce & Gabbana, Duffy si è rivelata per quello che è: un grande talento, e soprattutto non un «prodotto» creato per contrastare Amy Winehouse. Le due propongono lo stesso genere soul-rhythm & blues Anni 60, ma come personalità sono distanti anni luce. Duffy è simpatica, chiacchierona, curiosa e disponibile: «Mi sono avvicinata alla musica grazie a una videocassetta in bianco e nero registrata da mio padre alla tv - racconta -. Era un’esibizione dei Rolling Stones con Jumpin’Jack Flash e da allora non ho fatto altro che pensare alla musica. Volevo fortemente diventare una cantante e se lo sono devo tutto a Jeannette Lee dell’etichetta indipendente Rough Trade. Ha ascoltato due demo e ha deciso di farmi da manager».La Lee aveva visto lungo e se oggi Duffy può girare il mondo a raccogliere consensi il merito è suo. «Jeannette mi ha impostata - dice - ma le canzoni che scrivo parlano di me, di quello che vivo e ho vissuto. Tutto è molto autobiografico e in pratica è come se scrivessi il mio diario quotidiano». Qualcuno l’ha accusata di non aver usato il suo nome Aimee per il timore di apparire un clone della rivale Amy Winehouse: «Duffy è il mio vero cognome e ho deciso di usarlo molto prima che la Winehouse diventasse popolare. Sapevo però che questo avrebbe scatenato qualsiasi commento. Fa parte del gioco e facendone parte accetto le regole».In Rockferry non ci sono solo canzoni d’amore, ma anche un pezzo come I’m scared (Ho paura): «Qui parlo della morte, del pensiero che prima o poi te ne andrai da questo mondo. Ho scritto della consapevolezza dell’effimero, di come ti metta addosso una paura angosciante». Duffy è nata in Galles come Tom Jones e Shirley Bassey, due esempi di successo: «Sono dei grandi, per ora io ho un solo disco nell’armadio, anche se sogno una carriera lunga. Fra un po’ canterò anche in Italia, una nazione che adoro, e anche se il mio cd conta solo dieci canzoni, aggiungerò alcune b-side e qualche inedito così da poter arrivare a sedici brani in scaletta. Giuro che darò tutta me stessa per farvi divertire». Duffy sarà in concerto al Rolling Stone di Milano per la sua unica data italiana il prossimo 8 giugno. Un peccato non esserci.
Momento d'oro per la cantante gallese che è stata scelta come testimonial della linea Dolce & Gabbana
I due sarebbero rimasti assolutamente 'strabiliatI' da lei dopo averla vista dal vivo e l'hanno scelta come nuova testimonial. Duffy è eccitatissima: non le sembra vero di poter avere gratis i vestiti dei due stilisti.
Momento d’oro per la cantante gallese Duffy: dopo aver conquistato la vetta delle chart con la sua "Mercy", l’artista è stata scelta come nuova testimonial della linea Dolce & Gabbana. A rivelarlo è il Mirror, secondo il quale i due stilisti sarebbero rimasti assolutamente "strabiliati" da lei dopo averla vista dal vivo.«Le hanno chiesto di suonare a Milano - scrive il tabloid - e di diventare la loro nuova musa. Duffy è eccitatissima e non solo per l’occasione professionale: non le sembra vero di poter avere gratis i vestiti di due stilisti che adora». Nelle collaborazioni del marchio D&G con le star del pop, spicca quella di lungo corso con Madonna: nel 1993 i due creativi firmarono i costumi del tour mondiale della popstar.
A vederla di persona Duffy (il vero nome è Aimee Duffy, classe 1985) dimostra qualche annetto in più dei 23 registrati sulla biografia ufficiale. La ragazza nata a Nefyn, paesino sperduto nel Nord del Galles, attualmente in cima a svariate classifiche di vendita in tutta Europa, è uno di quei personaggi che vanno raccontati soprattutto quando si pensa che grazie al singolo Mercy, il disco d’esordio Rockferry è già nelle case di un milione e duecentomila persone. In Italia ha esordito al 6° posto nelle hit. Ospite a Milano di Dolce & Gabbana, Duffy si è rivelata per quello che è: un grande talento, e soprattutto non un «prodotto» creato per contrastare Amy Winehouse. Le due propongono lo stesso genere soul-rhythm & blues Anni 60, ma come personalità sono distanti anni luce. Duffy è simpatica, chiacchierona, curiosa e disponibile: «Mi sono avvicinata alla musica grazie a una videocassetta in bianco e nero registrata da mio padre alla tv - racconta -. Era un’esibizione dei Rolling Stones con Jumpin’Jack Flash e da allora non ho fatto altro che pensare alla musica. Volevo fortemente diventare una cantante e se lo sono devo tutto a Jeannette Lee dell’etichetta indipendente Rough Trade. Ha ascoltato due demo e ha deciso di farmi da manager».La Lee aveva visto lungo e se oggi Duffy può girare il mondo a raccogliere consensi il merito è suo. «Jeannette mi ha impostata - dice - ma le canzoni che scrivo parlano di me, di quello che vivo e ho vissuto. Tutto è molto autobiografico e in pratica è come se scrivessi il mio diario quotidiano». Qualcuno l’ha accusata di non aver usato il suo nome Aimee per il timore di apparire un clone della rivale Amy Winehouse: «Duffy è il mio vero cognome e ho deciso di usarlo molto prima che la Winehouse diventasse popolare. Sapevo però che questo avrebbe scatenato qualsiasi commento. Fa parte del gioco e facendone parte accetto le regole».In Rockferry non ci sono solo canzoni d’amore, ma anche un pezzo come I’m scared (Ho paura): «Qui parlo della morte, del pensiero che prima o poi te ne andrai da questo mondo. Ho scritto della consapevolezza dell’effimero, di come ti metta addosso una paura angosciante». Duffy è nata in Galles come Tom Jones e Shirley Bassey, due esempi di successo: «Sono dei grandi, per ora io ho un solo disco nell’armadio, anche se sogno una carriera lunga. Fra un po’ canterò anche in Italia, una nazione che adoro, e anche se il mio cd conta solo dieci canzoni, aggiungerò alcune b-side e qualche inedito così da poter arrivare a sedici brani in scaletta. Giuro che darò tutta me stessa per farvi divertire». Duffy sarà in concerto al Rolling Stone di Milano per la sua unica data italiana il prossimo 8 giugno. Un peccato non esserci.
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