Un fulmine a ciel sereno, un'uscita poco cortese da un maestro dell'eleganza, un attacco gratuito e immotivato. Questo è sembrata alla maggior parte degli addetti ai lavori e al pubblico delle sfilate l'accusa lanciata da Giorgio Armani ai "giovani" (neanche tanto) colleghi Stefano Dolce e Domanico Gabbana rei, secondo lo stilista, di aver copiato alcuni modelli.
In realtà, secondo i beninformati, dietro quell'attacco c'è di più. Re Giorgio è sì infuriato con i due stilisti, ma gli abiti non c'entrano. Nella moda, si sa, è tutto un 'ispirarsi' alle collezioni degli altri.
Il vero motivo dello scontro si chiama David Beckham. E moglie. La verità è infatti che ad Armani non è andato giù il comportamento di Dolce e Gabbana che, da quando il bel calciatore è arrivato a Milano, si sono guadagnati fior di interviste e paparazzate con la scusa di accompagnare l'atleta inglese per le vie meneghine.
E qui sta il problema. Beckham è infatti il costosissimo testimonial di 'Armani underwear' e dunque tutta quella pubblicità gratuita sarebbe toccata a re Giorgio. Senza contare il fatto che anche la moglie del calciatore, Victoria Adams, è a libro paga della maison come volto dell'intimo donna.
Ecco anche perché il calciatore era seduto in prima fila alle sfilate di Armani. E perché i coniugi inglesi sono stati stra-fotografati mentre facevano compere nella boutique della maison. Nessuna testimonianza di ammirazione o di amicizia: lo sportivo era lì perché tra lui e lo stilista esiste un contratto dorato. Che magari non prevede la sua presenza ai bordi delle passerelle o ai tavoli dell'Armani cafè, ma che per quello che costa vale almeno la buona educazione di non farsi vedere troppo in giro con la concorrenza. Stessa cortesia che re Giorgio si aspettava da Dolce e Gabbana.
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