Da Dolce & Gabbana, sotto il vestito, il Mediterraneo
Il ritorno del body correttivo: Dolce e Gabbana esaltano la sensualità siciliana.
Sfilata reality. Come dire, uno show nello show. Sulla passerella di Dolce e Gabbana va in scena la Sicilia ritrovata. Scorrono i body correttivi tanto amati da Madonna che piallano la ciccia e aumentano il seno, il nero e il rosso passione. Intanto, 12 telecamere nascoste all’interno del Metropol (quartier generale della griffe) trasmettono su 28 monitor quel che succede dietro le quinte, all’entrata, fra il pubblico. Il tutto si vede in diretta sul sito del marchio (www.dolcegabbana.it) che solo ieri è stato cliccato da 400 mila visitatori. «Un modo per comunicare con i giovani, per conoscerli meglio e farci conoscere», dicono gli stilisti, ripresi mentre danno gli ultimi ritocchi che sono un escalation di precisione. E il problema dei falsi? «Ci copiano comunque, tanto vale raccontare com’è il nostro lavoro a chi è veramente interessato. Abbiamo fatto un test, nei giorni scorsi, inviando su you tube alcuni filmati-pillola su come è nata questa collezione. Il successo che hanno ottenuto ci ha convinto a usare il web per arrivare più vicino alla gente». Da un sondaggio di mercato hanno scoperto che la loro griffe per i consumatori significa «sicilianità, sensualità e sartorialità».Insomma, dici Dolce e Gabbana e pensi al corsetto nero. Quel capo d’antan mantenuto uguale nell’estetica, ma rivisitato in stretch e elastico leggero, ora si stringe in un pugno. Ma è più efficace di un anno di palestra. Icona di un viaggio alle radici, nel Dna della maison. Fra picciotte in abito maschile scuro con pantaloni da cavallerizza, abiti all’uncinetto vedo non vedo che parlano di ingenuità piccante. Sempre casta, però. In pizzo trasparente, frange e broccati. Ecco il «come eravamo» reso dinamico da tagli speciali e sovrapposizioni. La fisicità latina trionfa sulle note di «Amado mio», cantata da Rita Hayworth e Grace Jones. La pedana è raso terra. Sul boccascena tante sedie di legno accatastate, un’ immagine fra il bar siculo e la balera, come certe foto di Peter Lindbergh. Il pubblico applaude convinto. In prima fila, una sventagliata di star: dalla Madè alla Murrino, dalla Abbagnato alla Crescentini. Fino alle giovani figlie delle rockstar Geldolf-Lennox-Lowe.
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