Linda, Claudia, Naomi e le altre...Il Met di New York celebra le supertop


Dopo certo sono arrivate Kate, Gisele, Bar. E poi ancora mille e piú ragazzine fuscello il cui nome resta sconosciuto. Perché per tutti le top restano sempre e solo loro, Linda, Cindy, Naomi, Claudia, Elle, Helena. Ancora dopo 15 anni. Questione di classe, stile, personalità. O forse solo epoche diverse. Anni di lusso, ricchezza ostentata, moda padrona contro il low profile e l'understatement di ieri e la recessione di oggi. E le top sembrano ancora più top. E vanno celebrate.
LA MOSTRA - Lo fa il Metropolitan di New York che dal 6 maggio dedica loro la mostra The Model as Muse: EmbodyingFashion, con particolare attenzione al «loro ruolo nella realizzazione e a volte anche nell'ispirazione della moda». E ritira fuori foto, copertine, video, ricordi delle top che hanno fatto epoca. La mostra arriva da un'idea di Marc Jacobs, genio creativo in proprio e per Louis Vuitton che il 4 maggio sarà l'ospite d'onore alla serata benefica cui prenderanno parte anche Kate Moss, Justin Timberlake e Anna Wintour, appena apparsi tutti insieme sul numero di maggio di Vogue Usa (la casa editrice Condé Nast è lo sponsor della mostra) che in copertina piazza le (aspiranti) top model del futuro.
LE SUPERTOP - Mica facile però trovare le supertop del futuro. «Sono e rimangono non rimpiazzabili» sostiene lo stilista Karl Lagerfeld che le ha viste sfilare tutte sulle sue passerelle. «Perché Claudia Schiffer and Co. col tempo sono anche migliorate». Sul numero di Marie Claire di maggio c'è anche Helena Christensen che ricorda quegli anni '90 di glamour e successo per loro bellissime e irraggiungibili. «Meglio icone che stronze, no?», sorride la supertop.
IL MENTORE - «È stato mio fratello Gianni a scoprirle», racconta Donatella Versace, stilista e sorella del designer scomparso nel 1997. La Versace delle top anni '90 ricorda: «Tra loro non correva buon sangue, una delle più famose fece lo sgambetto alla nuova arrivata, un'altra rubò l'imbottitura del reggiseno». Dolce e Gabbana raccontano che «Linda Evangelista era il boss: tutte le obbedivano». Mentre invece «Naomi non era indisciplinata o violenta, anzi era dolcissima». Sembra poco credibile visti gli scatti d'ira e violenza di cui la Venere nera si è resa protagonista negli anni. Ma si sa che tra i tre c'è ancora oggi una grandissima amicizia.
UNICHE - Ma è Babeth Djian, direttore del magazine francese Numéro a spiegare meglio di tutti il fenomeno delle icone anni '90: «La frase dell'Evangelista “Non mi alzo dal letto per meno di 10mila dollari” ha segnato la vittoria definitiva per la generazione delle working girl indipendenti». Quasi vent'anni dopo, le ex divine non sono poi tanto ex visto che ogni volta che riappaiono i flash impazziscono nonostante qualche ruga e qualche chilo in più. Alla faccia dei fuscelli dell'Est.

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