Che gli uomini piantino le donne non fa notizia, quindi non dovrebbe neppure fare cinema; che uno barbuto, certo con un bel sedere, che ogni mattina alza la saracinesca della farmacia dove lavora e per il resto non pare emanare scintille, pianti una bellissima signora che dirige una galleria d´arte Moderna a Torino (che nel film è l´ardita fondazione Sandretto Re Rebaudengo), la notizia la fa: soprattutto perché la bellissima è Monica Bellucci e si immagina che solo un demente possa desiderare di scappare da quella figurina sottile e morbida, da quei grandi occhi neri pensosi, da tutta la luce della sua candida carnagione. Invece ci hanno fatto anche un film, titolo L´uomo che ama, regista al suo secondo lungometraggio Maria Sole Tognazzi. «Perché capita, ed è capitato anche a me, sono passata da storie in cui a correre ero io e magari con scarso successo. Gli uomini cagnolino da tenere al guinzaglio non mi hanno mai interessato, sono quelli capaci di farci soffrire che ci stimolano». Monica Bellucci si muove estasiata nella sua nuova casa ai Parioli («Non ne potevo più degli alberghi») come fosse un giardino delle meraviglie, col grande terrazzo fiorito e le stanze luminose: «Me l´ha arredata una mia amica architetto, Laura Rubino, fino all´ultimo spillo: sono entrata e ci ho trovato tutto, anche le lenzuola, anche le pentole, anche la carta igienica». Si muove in cucina con disinvoltura da massaia umbra, prepara il caffè, offre dolcetti, risponde alla telefonata del marito che ha appena presentato a Parigi il suo ultimo film diviso in due parti, Mesrine, su Jacque Mesrine, grandioso criminale francese assassinato nel 1979. Vincent Cassel ha appena dichiarato alla stampa francese di essere innamoratissimo di sua moglie Monica. Dice lei: «Stiamo insieme da 15 anni e forse siamo ancora una coppia perché stiamo settimane lontani per lavoro. Ma io so che è ancora importante per me perché per esempio, quando ci diamo appuntamento in un ristorante dopo giorni di separazione, io sono la prima ad arrivare per poterlo aspettare e vederlo avvicinarsi a me, e provare ancora una sensazione di curiosità, di gioia». Bellucci porta sempre con sé la figliolina Deva, che ha 4 anni, è carinissima e molto vivace. «Parla già tre lingue, dove arriviamo le trovo subito un asilo. Per ora è la sua vita ad adeguarsi alla mia, ma quando dovrà andare a scuola e diventerà stanziale, sarò io ad adeguarmi alla sua: anziché 4 film l´anno, ne farò solo uno. Dove decideremo di vivere ancora non so, io sono una zingara e potrei scegliere Roma, o Parigi, o Londra». Qualche giorno fa Deva ha chiesto al papà che mestiere facesse, lui le ha detto, l´attore, come la mamma fa l´attrice. La bambina lo ha corretto, no, la mamma fa la mamma. «Mi sono commossa, vuole dire che lei non si è mai accorta che io lavoro». Monica conosce Maria Sole da anni: «Era una ragazzina timidissima che osservava tutto in silenzio. Mi incuriosiva lavorare con lei e poi questa storia mi piaceva, mi sembrava molto francese, con il protagonista uomo che soffre nel piantare una donna e soffre nell´essere piantato, senza per questo diventare uno di quelli della cronaca nera, che si appostano, perseguitano, pestano, minacciano». Sul set, invece della ragazzina schiava «ho trovato una tigre, una giovane donna forte che sa cosa vuole e come ottenerlo. Io credo che lei conosca gli uomini meglio di me; ha vissuto con un padre, Ugo Tognazzi, dalla vita movimentata, con tre fratelli, Gianmarco figlio come lei di Franca Bettoia (che nel film appare in un´inquadratura di L´uomo di paglia di Germi), Ricky e Thomas di due madri diverse. È cresciuta in mezzo agli uomini, ha imparato a smascherarli in silenzio, a captarne la fragilità, il lato femminile».
Ieri sera primo e forse ultimo tappeto rosso del Festival, percorso da una vera diva, Monica, vestita di nero Dolce e Gabbana, i primi stilisti che la fecero lavorare come modella più di vent´anni fa.
Assente il sindaco Alemanno: «Il red carpet è per gli attori e per i registi». E da domani, per quel che riguarda le star, bisognerà applaudire quel che passa il modesto convento.