In passerella l'uomo torna alle origini contro la crisi
Il ritorno alle origini sembra essere il refrain di questa prima giornata di passerelle di Milano Moda Uomo. Da Dolce e Gabbana a Missoni, da Costume National a Carlo Pignatelli, passando per Trussardi, i grandi marchi sembrano puntare sul rafforzamento dell'identità per sopravvivere alla difficile congiuntura economica.
Tra venti di crisi e aria di recessione, non è più tempo di gags e voli pindarici, ma di qualità e solidità, incaricate di conquistare i consumatori, che non hanno più voglia di investire in beni effimeri e costosi che durino lo spazio di una stagione. La parola d'ordine diventa così bello e ben fatto, che duri nel tempo e, possibilmente, non costi un occhio della testa. Il richiamo al Dna è palese anche sulla passerella di Dolce e Gabbana, che hanno tessuto il panegirico della loro amata Sicilia. Un ritratto della Trinacria in bianco e nero tra gattopardesche giacche da camera in velluto trapuntato, blazer da sera in tessuti canestrati, completi neri illuminati dalla camicia bianca. La crisi c'è, ma il momento, per i due stilisti, «è stimolante perché costringe a tirar fuori il meglio». E chi davvero ha un'identità - dicono convinti - può proporla con convinzione.
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